Dal mare la costa del Gargano si presenta con pareti stratiformi di calcare bianco, traforate da centinaia di grotte e punteggiate da scogli, insenature e suggestive calette. L'azione incrociata del tempo, della natura e dell'uomo, le ha conferito un aspetto multiforme, selvaggio in alcuni estremi, paradisiaco in altri. Si tratta di posti da cartolina, turistici senza dubbio, ma dove si può anche avere un assaggio della cultura locale.
Sul il litorale garganico, da Mattinata a Vieste, si contano più di 120 grotte, ognuna delle quali ha forma, misura e caratteristiche proprie che la distinguono da tutte le altre. Hanno nomi affascinanti ed evocativi, basti citare qualche esempio: Grotta dei Pipistrelli, dei Colombi, dei Marmi, del Serpente e ancora, Grotta Rossa, Grotta Smeraldo o Grotta Tavolozza, tutti derivanti da leggende e aneddoti legati ad un determinato anfratto o dai giochi cromatici che la luce produce riflettendosi nell'acqua. Sebbene il consiglio sia quello di fare un bel giro in barca che permetta di ammirare le singole grotte, poiché ognuna di esse merita certamente la nostra attenzione, per una questione di spazio ci limiteremo a descriverne qualcuna in modo tale da darvi un'idea sullo spettacolo che vi attende.
Tra le più particolari ve ne è una che ricorda un corridoio lungo e stretto al cui termine vi si trova, a mo' di luce in fondo al tunnel, una piccola baia dalle acque cristalline contornata da una spiaggetta bianca che prende luce da una grossa apertura sulle rocce, l'Occhio Magico della Grotta Rossa. Un'altra è lunga e sinuosa, dalle pareti di onice cerdastro, si snoda dentro la roccia come scavata da un cobra: è la Grotta del Serpente, che del rettile ricorda anche la pelle. L'onice verde caratterizza anche la Grotta Smeraldo il cui nome, oltre che al minerale, è dovuto anche alla presenza di alghe che ne tappezzano le pareti. Residenza privilegiata di una cospicua quantità di pipistrelli, la grotta è stata ribattezzata col nome di Grotta dei Pipistrelli. La più imponente, invece, è la Grotta della Campana Grande, così chiamata per la forma, naturalmente, e per l'altezza, superiore ai 40 metri nella parte centrale. Sorvolando sulle molte grotte che si configurano come vie di accesso a piccole baie nascoste e piscine naturali, concludiamo il nostro excursus con due tra le grotte forse più spettacolari: la Grotta Dorata, sulle cui pareti predomina un giallo che, quando è baciato dal sole, si fa simile al prezioso metallo, e la Grotta Tavolozza, dove le sfumature sono talmente numerose da ricordare da non poterle dare altro nome.
Superata Vieste e continuando verso Peschici, il tratto di costa si fa meno aspro poiché le grotte presenti sono più piccole e il litorale è stato addomesticato dalla mano dell'uomo in maniera più percettibile. Testimonianza di ciò sono le torri saracene e i trabucchi. Qui le grotte misteriose e affascinanti lasciano la scena a piccole cale e spiagge di sabbia bianca e ciottoli, alcune delle quali raggiungibili solo via mare. Ma non dobbiamo pensare che lo scenario sia meno interessante. Anche in questo caso ci troviamo difronte ad una singolare varietà generata dall'intreccio dell'opera della natura e dell'uomo. Infatti, che si tratti della presenza di una torre saracena o di una piccola scogliera, che a fare da cornice sia una pineta discreta o una scogliera scoscesa, non c'è una spiaggia che assomigli, anche solo vagamente, ad un'altra. Tra queste, la più famosa e frequentata è quella di Vieste, posta ai piedi del borgo garganico e incastonata fra le rocce. A vegliare sui bagnanti, con la sua presenza imponente a fianco del bagnasciuga, c'è il Pizzomunno, il monolite di pietra calcarea. La leggenda vuole che questo scoglio, alto oltre 25 metri, fosse stato un ragazzo trasformato in roccia dalle sirene, invaghitesi di lui ma indispettite dall'amore che egli provava per una giovane del luogo. Sempre nei dintorni di Vieste vi si trovano baie e calette più piccole altrettanto turistiche: la Baia dei Campi, Porto Greco e la spiaggetta di Pugnochiuso. La spiaggia di Santa Maria di Merino è invece più ampia e più lunga e offre la possibilità di fare lunghe passeggiate in riva al mare fra trabucchi e antiche torri di avvistamento. Più tranquilla e riservata è la Baia di Sfinale, in prossimità di Peschici: presenta tratti di spiaggia sabbiosa interrotti da piccoli scogli. È sormontata da una torre diroccata, sentinella della costa da più di sei secoli. Data la posizione favorevole e la presenza costante di un gradevole venticello, essa diviene location d'eccezione agli amanti del windsurf.